La mente mente. E tu dovresti saperlo.

Quando inizi a darti attenzione e conoscerti, ti rendi conto di una cosa sorprendente (e un po’ inquietante): non puoi fidarti completamente della tua mente.

Ma prima di andare oltre, lasciami provare a spiegare cosa è un “bias cognitivo”.

(Dopo questo separatore inizia il mio tentativo di spiegarti cosa è il pensiero lento e veloce, se non ti interessa salta fino al prossimo separatore ⬇️)


Premetto: non è semplice spiegarlo, soprattutto da non esperto come me. Ci provo con le mie parole, con l’obiettivo di passarti il concetto in modo chiaro. Se poi vorrai davvero approfondire, ti consiglio “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman.

Kahneman spiega che nella nostra mente convivono due modalità di pensiero. Una veloce, intuitiva, automatica. L’altra lenta, razionale, analitica.

Immagina questa domanda:
“Quanto fa 2 + 2?”

Probabilmente hai risposto 4 senza nemmeno pensarci. È stata una reazione immediata, quasi istintiva. Questo è il pensiero veloce in azione: funziona rapidamente, senza sforzo. E nella maggior parte dei casi, ci semplifica la vita.

Ora prova a rispondere a questa:
“Quanto fa 17 × 24?”

Probabilmente hai esitato. Magari hai iniziato a fare qualche calcolo mentale, oppure ti sei fermato del tutto. Qui non basta un’intuizione. Serve attenzione, logica, fatica. Qui entra in gioco il pensiero lento.

Il pensiero lento richiede più energie, ma è quello che ci permette di riflettere davvero, di analizzare le situazioni complesse, di prendere decisioni consapevoli.

Il pensiero veloce, invece, è un meccanismo evolutivo potentissimo. Probabilmente si è sviluppato per permetterci di reagire subito ai pericoli. Tipo: ti salta fuori un leone? Non ti metti certo a valutare razionalmente tutte le possibili vie di fuga. Corri, punto. Se in quel momento attivi il pensiero lento, sei spacciato. Ciao pep.

Il punto è che oggi non viviamo più nella savana. Ma quel pensiero veloce è ancora lì, operativo. Ed è ancora utile in tante situazioni quotidiane. Ma in molte altre, finisce per portarci fuori strada. E da qui nasce il concetto di “bias cognitivo”.


Un bias cognitivo è un errore sistematico che facciamo nel giudicare o interpretare le cose. E la cosa affascinante (e un po’ frustrante) è che spesso nemmeno ce ne rendiamo conto. Non sono distrazioni occasionali, sono scorciatoie mentali che il cervello prende senza chiedere il permesso. E che distorcono la realtà.

Io me ne accorgo ogni giorno. Il mio pensiero veloce continua a fregarmi. La cosa più fastidiosa è quando mi ritrovo a dire qualcosa, o a prendere una posizione, e poi mi accorgo che è stato lui a guidarmi.

La buona notizia? Si può lavorare su questo.
E lo sto facendo. Negli anni ho imparato a riconoscere molti di questi automatismi. E oggi, nella maggior parte delle situazioni in cui serve davvero riflettere, riesco ad “accendere” il pensiero lento. Non sempre. Ma molto più di prima. E non è facile accorgersi quando farlo.

Esistono decine e decine di bias cognitivi. Ti lascio alcuni di quelli su cui sto lavorando, e che penso sia importante conoscere. Se poi vuoi approfondire, online troverai un’infinità di risorse.

  • Bias di conferma: tendiamo a cercare e dare peso solo alle informazioni che confermano ciò che crediamo già, ignorando o minimizzando quelle contrarie.
  • Effetto ancora: la prima informazione che riceviamo su un argomento tende a influenzare tutte le nostre valutazioni successive, anche se non è rilevante.
  • Bias di disponibilità: stimiamo la probabilità di un evento in base a quanto ci viene in mente facilmente, non in base a dati reali.
  • Effetto alone: quando vediamo una qualità positiva in qualcuno (tipo la bellezza), tendiamo automaticamente ad attribuirgliene anche altre.
  • Bias del senno di poi: dopo che qualcosa è accaduto, pensiamo di averlo sempre saputo, anche se in realtà non era affatto ovvio prima.

Kahneman ci dice:

“il cervello è una macchina per saltare a conclusioni”.

E la verità è che questo sistema è nato per aiutarci, per non affaticare la mente per ogni piccola decisione. Ma a volte finisce per ingannarci.

Vorrei davvero che si parlasse di più di bias cognitivi.
Non solo nei libri o nei podcast di nicchia, ma anche a scuola.

Sono convinto che dovrebbero essere spiegati almeno alle medie: non serve diventare esperti, ma tutti dovrebbero sapere che esistono, che influenzano ogni giorno le nostre scelte, anche quando crediamo di essere lucidi.

Perché oggi, ancora troppe persone prendono decisioni importanti senza sapere nemmeno che la loro mente, spesso, decide prima di loro.

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2 risposte a “La mente mente. E tu dovresti saperlo.”

  1. Molto interessante, bravo! 🙂
    Il bias di disponibilità in effetti mi influenza sempre… o almeno, mi ricordo solo le volte in cui mi capita. Quindi sicuramente mi capita sempre 😜

    1. È probabilmente uno dei più presenti insieme a quello della conferma, ma se ne siamo a conoscenza siamo gia a metà strada 🏋️

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